di Paolo Gelsomini
Sono
d’accordo con l’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale Giovanni Caudo quando
scrive sul Corriere della Sera del 2 settembre che acqua, energia, rifiuti ed
urbanistica sono da sempre i mercati monopolistici radicati a Roma che valgono
miliardi di euro e che il modo più efficace per combattere Mafia Capitale è
sostanzialmente quello del governo delle cose che cambiano con il progetto
degli ecodistretti in luogo delle discariche, dell’equo risanamento del
bilancio in luogo del governo del debito sistematico, della trasformazione
dell’esistente urbano al posto delle infinite varianti di piano per rendere
edificabile l’Agro romano.
Questa
giusta idea di città che sintetizza il pensiero di Giovanni Caudo dovrebbe però
essere completata da un’altra filosofia, quella della partecipazione attiva di
cittadini consapevoli, filosofia che è sommariamente tracciata in uno scritto di
Rita Paris consigliera comunale della Lista civica Marino e direttrice
archeologica dell’Appia Antica e di altri siti museali.
Scrive la consigliera
archeologa: “L’immagine che oggi si sta
dando è quella di un apparato politico, ma anche amministrativo, che non
risulta pienamente a servizio del cittadino, il quale si imbatte in una
burocrazia troppo spesso irraggiungibile e non si sente rappresentato da
politici che siedono sugli scranni di un’aula di tradizione secolare.
Vi è di contro una cittadinanza molto
attenta e impegnata, senza altri fini, per gli interessi della città:
associazioni, comitati, cittadini organizzati che non mollano e non smettono di
denunciare e di presentare proposte e soluzioni che l’amministrazione e la
politica forse non ascoltano abbastanza. Tra questi vi sono persone che
studiano, si documentano a fondo sui diversi temi, con competenza, senza altra
aspettativa che quella di migliorare lo stile di vita della città e far valere
semplicemente il rispetto delle regole. Ripartiamo dunque dall’ascolto e dalla
partecipazione della società civile, nei Municipi, nei quartieri e nelle
diverse realtà sociali; torniamo a parlare con i cittadini dei programmi
dell’amministrazione e confrontiamoli con le aspettative della città”.
Dunque tutti i temi della
vita pubblica, dalle trasformazioni urbane alla gestione dei servizi pubblici, debbono
diventare materia di coinvolgimento della società civile che non si deve
sostituire alla società politica in una democrazia rappresentativa ma deve solo
affiancarla secondo lo spirito e la cultura della sussidiarietà.
Sono le conoscenze diffuse e
le mille competenze specifiche le vere risorse umane di questa Città. Solo la
consapevolezza delle situazioni, la trasparenza degli atti pubblici, la
coscienza e la conoscenza dei problemi amministrativi possono permettere una
partecipazione attiva dei cittadini, possono liberare la loro creatività,
possono consentire loro di esercitare nel nome della democrazia partecipata un
ruolo di controllo e di proposta che poi toccherà alla Politica incanalare per
farlo arrivare come un prezioso affluente ad alimentare le acque del fiume
dell’azione politico-istituzionale prima di sfociare nel mare di decisioni
politiche chiare, condivise, ispirate unicamente al bene comune ed all’interesse
vero della città.
In questa metafora idraulica
non ci deve esser posto per la mafia o per gli affaristi di ogni genere che in
queste acque non sanno nuotare.
D’altra
parte i Partiti (li scrivo ancora con la P maiuscola perché sto ancora alla
vecchia definizione di “strumenti della democrazia che si organizza”) hanno da
molto tempo abbandonato il territorio inteso come luogo per creare rapporti
culturali e sociali e per favorire economie sane, per denunciare ingiustizie,
per creare forme di solidarietà, per fare comunità. In cambio abbiamo avuto
comitati di affari, falsi circoli territoriali, capibastone, camarille (non
correnti di pensiero che erano una cosa seria).
Solo
i cittadini con le loro iniziative e la loro partecipazione attiva potranno
strappare la Città dalle grinfie di tutte le mafie e rifondare una vera
democrazia rappresentativa che unisca Popolo, Politica e Istituzioni.
Questo
gruppo di “Roma partecipa” che edita questo sito ci sta provando ed invita chi
legge, se condivide questo articolo, ad unirsi a noi.
Inoltre, il Laboratorio di Carteinregola di cui
facciamo parte, ha in programma nuove iniziative che cominceranno in autunno
con veri e propri focus su questioni fondamentali per la vita dei cittadini di
Roma. Lo scopo è farsi parte attiva per una rinnovata coscienza civile
collettiva e per un vero rinnovamento della classe politica.
Propongo
al mondo delle associazioni di far parte di questa azione civile e morale e di
andare fino in fondo per ognuno dei temi che sopra sono stati enunciati, per
controllare, denunciare, proporre, progettare insieme alle Istituzioni senza
fermarsi alle sole considerazioni di ordine morale che senza un'alternativa
praticabile di gestione della cosa pubblica diventerebbero vuoti ed
insopportabili moralismi.
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